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Momento duro per TikTok, il network di condivisione video molto in voga tra gli adolescenti e non solo. Il social, di proprietà del colosso cinese Bytedance (registrato ufficialmente alle isole Cayman), è infatti stato condannato in Francia a pagare una multa da 5 milioni di euro per non aver incluso sul suo sito web un sistema che permetta agli utenti di rifiutare in modo chiaro e semplice i cookie, lo strumento informatico che consente alle piattaforme internet di raccogliere informazioni sulle interazioni degli utenti, per poi inviare pubblicità mirate.

Lo ha annunciato la Commissione Nazionale per l’informatica e la Libertà (Cnil), il garante francese per la privacy, rendendo nota una condanna in realtà pronunciata a fine 2022. “I controlli hanno unicamente riguardato il sito web Tiktok (…) e non l’applicazione mobile”, precisa l’Authority. In una nota ufficiale, la Cnil fa sapere che le indagini si sono svolte tra maggio 2020 e giugno 2022. “Sulla base degli esiti delle ispezioni – aggiunge – il comitato ristretto, organo competente per l’emanazione delle sanzioni, ha ritenuto che TikTok Information Technologies Us Limited (TikTok Uk) e TikTok Technologiy Limited (TikTok Ireland) non abbiano rispettato gli obblighi previsti nell’articolo 82 della legge francese sulla protezione dei dati. L’importo di questa sanzione è stato deciso sulla base delle violazioni individuate, del numero di persone interessate – compresi i minori – e delle numerose comunicazioni precedenti della Cnil sul fatto che deve essere semplice rifiutare i cookie quanto accettarli”.

In particolare, durante l’ispezione effettuata nel giugno 2021, la Cnil ha rilevato che, sebbene le società TikTok Uk e TikTok Ireland offrissero un pulsante che consentisse l’accettazione immediata dei cookie, “non hanno messo in atto una soluzione equivalente (pulsante o altro) per consentire all’utente di Internet rifiutare il loro deposito con la stessa facilità. Sono stati necessari diversi click per rifiutare tutti i cookie, anziché uno solo per accettarli”.

Il comitato ristretto ha quindi ritenuto che “rendere più complesso il meccanismo di rifiuto scoraggiasse di fatto gli utenti dal rifiutare i cookie e li incoraggiasse a preferire la comodità del pulsante ‘accetta tutto’. Ha concluso che questo processo violava la libertà di consenso degli utenti di Internet e costituiva una violazione dell’articolo 82 della legge francese sulla protezione dei dati, poiché non era così facile rifiutare i cookie quanto accettarli al momento dell’indagine online condotta in giugno 2021 e fino all’implementazione di un pulsante ‘Rifiuta tutto’ nel febbraio 2022”. Inoltre, gli utenti “non sono stati informati in modo sufficientemente preciso delle finalità dei cookie, né nel banner informativo di primo livello né nell’ambito dell’interfaccia di scelta accessibile dopo aver cliccato su un link presente nel banner”.

La partita preoccupa anche l’Ue, come emerso nei giorni scorsi nel corso di una giornata fitta di incontri a Bruxelles per il numero uno di TikTok Shou Zi Chew. Nei meeting con i Commissari europei Margrethe Vestager (Concorrenza) Vera Jourova (Valori e trasparenza) Ylva Johansson (Affari interni) e Didier Reinders (Giustizia), in attesa del video-incontro con il commissario all’Interno Thierry Breton previsto per il 19 gennaio, “si è discusso anche del Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr) e di questioni relative alla privacy e agli obblighi di trasferimento dei dati, con un riferimento alle recenti notizie di stampa sulla raccolta e la sorveglianza aggressiva dei dati negli Stati Uniti”.

L’Ue ha quindi espresso preoccupazioni in merito alla protezione dei dati personali degli europei, alla sicurezza dei bambini sulla piattaforma, alla diffusione della disinformazione russa e alla trasparenza dei contenuti politici a pagamento su TikTok. Il tutto mentre, a settembre del 2021, il principale regolatore della privacy dell’Unione europea ha aperto due indagini su TikTok. Si tratta di iniziative che vogliono far luce rispettivamente sul trattamento dei dati personali dei bambini e ai trasferimenti di dati personali in Cina.