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Fca-Psa accordo fatto, oggi l’annuncio ufficiale: valgono 50 miliardi

By 31 Ottobre 2019No Comments

Nuova società con sede in Olanda: Elkann presidente, Tavares ad. ”Attenzione positiva” dei governi italiano e francese. Boom in Borsa

l grande accordo fra Fiat Chrysler Automobiles e Peugeot Citroen è cosa fatta. Ieri il via libera del consiglio di sorveglianza di Psa (nel pomeriggio) e del consiglio di amministrazione di Fca (in serata) alle linee guida dell’intesa raggiunta dai negoziatori dei due gruppi. Oggi, se non ci saranno intoppi imprevisti, l’accordo di fusione sarà ufficializzato. Sarà un’intesa di base da negoziare e definire in tutti i dettagli nel giro di poche settimane. Indiscrezioni sui contenuti sono circolate per tutta la giornata di ieri. Fca e Psa confluirebbero in una newco appositamente costituita e controllata al 50% dagli attuali azionisti dei due gruppi. In pratica Exor che controlla circa il 29% di Fca avrebbe il 14,5% della nuova società di cui sarebbe il primo azionista singolo. La famiglia Peugeot, la cinese Dongfeng Motor e Bpi France controllata dallo Stato transalpino, ognuna con il con il 12,23% di Psa (19,5% dei diritti di voto), avrebbero il 6,1% a testa della newco. La società, con sede in Olanda (e tre sedi operative in Italia, Francia e Usa), sarebbe presieduta da Elkann, presidente e di Fca e di Exor, e avrebbe come amministratore delegato Carlos Tavares, che ricopre la stessa carica in Peugeot. Il consiglio sarà di 11 membri: 5 agli italo americani, 5 ai francesi, più un undicesimo indipendente.

Secondo Bloomberg, inoltre, Fca potrebbe distribuire ai propri azionisti 5,5 miliardi di euro di dividendo straordinario. Psa potrebbe a sua volta distribuire ai propri azionisti il suo 46% nella società di componentistica Faurecia, valore 3 miliardi di euro. Nei colloqui Psa è assistita dall’italiana Mediobanca, mentre Fca dalla francese Lazarde. I mercati hanno già iniziato a brindare all’accordo. Chiusura positiva per la galassia Agnelli in Borsa: Fca ha chiuso con un balzo del 9,53% a 12,87 euro, mentre la controllante Exor ha guadagnato il 4,6% a 65,02 euro. A Parigi Psa è salita del 4,53% a 26,05 euro. Renault, che aveva rigettato le nozze con Fca per le condizioni dello Stato francese, ha ceduto invece il 4,02% a 47,42 euro.

Dal governo italiano fino a sera non sono arrivati commenti alla possibile nascita del quarto gruppo mondiale dell’automotive (dietro a Renault-Nissan-Mitsubishi, Volkswagen e Toyota, ma davanti a General Motors). Poi è intervenuto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. «C’è un’attenzione del ministro Patuanelli, in primo luogo e naturalmente tutto il governo segue con attenzione questa vicenda rispettoso di una trattativa di mercato ma anche consapevole che stiamo parlando di un’industria importantissima per il Paese, di processi inevitabili ma che nelle forme in cui avvengono è giusto siano seguiti con cura e attenzione dal governo». Anche da Parigi non sono mancate le prese di posizioni, anche se non ufficiali. Il ministero dell’Economia francese ha fatto sapere di seguire con attenzione la partita delle trattative fra Psa e Fca. Il governo di Parigi sarà «particolarmente vigile sulla conservazione dell’impronta industriale, sulla governance del nuovo soggetto e la conservazione del patrimonio di Bpi (la banca pubblica attraverso cui detiene la quota nel gruppo automobilistico, ndr)». Le trattative, viene sottolineato, consacrano «il rilancio di Psa grazie al supporto dello stato francese e di Bpi sotto la leadership di Carlos Tavares e confermano il movimento di consolidamento globale dell’industria automobilistica, che è necessario e in cui la Francia vuole prendere il proprio posto». L’operazione, spiegano ancora le fonti di Bercy, creerebbe «il quarto gruppo globale nel settore automobilistico, in grado di affrontare le nuove sfide della mobilità». Parigi, in cambio del proprio benestare, richiederebbe «la conferma dell’impegno del nuovo gruppo nella creazione di un settore industriale europeo delle batterie, fondamentale per lo sviluppo dell’auto elettrica».

Fatto sta che a pochi mesi dal fallimento del matrimonio con Renault, il Lingotto guarda ancora a Parigi nella ricerca di un alleato con cui affrontare le grandi sfide che il settore automobilistico ha davanti, e contribuisce a creare un gruppo da 50 miliardi di capitalizzazione.

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