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HACCP

Integriamo!

By 10 Dicembre 2021No Comments

Niente paura! Nulla che abbia a che fare con la matematica… Oggi facciamo alcune semplici considerazioni su uno dei settori più fiorenti dell’industria farmaceutica (quello veramente grazie al quale vengono realizzati profitti enormi). Gli integratori sono entrati pian piano nell’uso comune (spesso a sproposito) e il volume consumato è in costante aumento in tutte le fasi della vita (per giovani, adulti, anziani) e in tutte le situazioni (per lo studio, il tempo libero, lo sport…). E quindi?

DI COSA STIAMO PARLANDO

Alimenti e HACCP - Integratori alimentari e controllo

La malnutrizione in Italia, di cui sentiamo parlare a volte in libri o filmati d’epoca, sembra ormai un ricordo relativamente lontano e quindi parlare di integratori alimentari può sembrare un po’ anacronistico ai tempi del mercato globale che permette ai consumatori un accesso ai cibi più disparati provenienti dalle regioni del mondo più lontane.

Per sgombrare il campo da equivoci pericolosi va detto che infatti nulla vale di più di una dieta variata e bilanciata che in sé ha già la presenza di tutti i nutrienti e tutti i mattoni fondamentali per creare le sostanze essenziali al nostro organismo.

Va però altresì riscontrato che la dieta varia e bilanciata è molto spesso una situazione puramente ideale per diversi gruppi di consumatori e per la diverse regioni europee. In ragione dello stile di vita, delle abitudini culturali e di altri fattori sociali ed economici può essere presente nella popolazione un certo livello di carenza per determinati nutrienti piuttosto che per altri. Il primo lavoro quindi di ottimizzazione nell’affrontare queste problematiche va fatto quindi come sempre in termini di prevenzione, con un miglioramento delle abitudini alimentari e con la conoscenza di situazioni e problemi.

Fatta questa doverosa premessa (che riprenderemo anche parlando di consigli all’utilizzo), cosa sono gli integratori alimentari?

La normativa europea trattando lgi integratori stabilisce che si intendono tali “i prodotti alimentari destinati a integrare la dieta normaleche:

  1. costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, sia monocomposti che pluricomposti;
  2. sono disponibili al consumatore in forme di dosaggio, vale a dire in forme di commercializzazione quali capsule, pastiglie, compresse, pillole e simili, polveri in bustina, liquidi contenuti in fiale, flaconi a contagocce e altre forme simili, di liquidi e polveri destinati ad essere assunti in piccoli quantitativi unitari.

Due categorie molto comuni di questo genere di prodotti sono i coadiuvanti di diete ipocaloriche e le vitamine e i minerali. Un aspetto peculiare è quello dei cosiddetti “botanicals”: ingredienti vegetali, il principio attivo vegetale ovvero la pianta in toto o le sue parti (intere, a pezzi o tagliate) in forma non trattata oppure un preparato ottenuto sottoponendo il vegetale a vari trattamenti (es. spremitura, condensazione, fermentazione, polverizzazione ecc.). La definizione di pianta è in realtà un po’ allargata rispetto al senso biologico, vengono compresi infatti anche funghi, alghe e licheni.

PREBIOTICO O PROBIOTICO ?

Alimenti e HACCP - Integratori e controllo

Bisogna prestare attenzione inoltre all’ingresso nell’uso comune di due termini che sono spesso confusi tra di loro: prebiotico e probiotico.

  • con il termine probiotico si intendono quei microrganismi che una volta ingeriti in quantità sufficiente possono esercitare una funzione benefica per l’organismo
  • con il termine prebiotico si intende un costituente non vitale degli alimenti che una volta ingerito conferisce un beneficio grazie alla sua azione positiva sulle comunità microbiche presenti nell’organismo.

Nel primo caso si tratta di microrganismi usati tradizionalmente per integrare la microflora intestinale, sicuri in senso microbiologico per l’impiego nell’essere umano ed essere in grado di essere attivi e quindi presenti in quantità adeguata a svolgere la loro funzione nell’integratore/alimento.

Nel secondo caso stiamo parlando di costituenti alimentari non digeribili che devono sempre essere sicuri per l’utilizzo sull’uomo e soprattutto presenti in concentrazioni tali da poter svolgere la loro funzione (in relazione con le conoscenze e gli studi scientifici disponibili).

E’ possibile trovare in commercio anche prodotti che riassumono in sé entrambe le categorie presentando un mix della microflora attiva e delle sostanze che la favoriscono per una assunzione contemporanea (sono anche detti simbiotici).

L’espressione che caratterizza la presenza di queste due categorie di sostanze negli alimenti spesso è: “Favorisce l’equilibrio della flora intestinale” in accordo con quelle che sono le linee guida per il loro utilizzo pubblicate dal Ministero della Salute.

DI COSA CI PREOCCUPIAMO ?

Un integratore deve essere accompagnato da studi scientifici affidabili che dimostrino sia l’effettivo effetto fisiologico per cui viene proposto sia la sua assoluta sicurezza d’uso che può dipendere non solo dalle sostanze contenute e utilizzate come fonte ma anche come viene prodotto e quali rischi di contaminazione durante il processo sono presenti.

Nella pratica molto spesso la definizione di integratore alimentare va ad intersecarsi con quella di “nuovo alimento” (novel food di cui parleremo in un prossimo articolo) così come presentata dalla normativa europea. Gli operatori che producono tali sostanze possono riferirsi alle autorità dei propri stati per capire se il loro prodotto rientra in questa definizione di non immediata applicazione. Infatti tiene conto dell’uso di una determinata sostanza nel tempo da parte di stati comunitari ma anche di stati terzi come elemento per valutarne la sicurezza. Così una sostanza può essere dimostrata sicura per “tradizione d’uso” se immessa sul mercato prima di una certa data fissata dalla normativa oppure tale sicurezza va dimostrata attraverso un opportuno iter di studi e di autorizzazione.

Altro aspetto molto importante è quello poi dell’informazione al consumatore, non è raro che il marketing  rischi di sconfinare nella fantasia per promuovere un alimento. I regolamenti europei e nazionali ovviamente impediscono approcci del genere e in particolare vietano che:

  • vi sia riferimento a proprietà terapeutiche o di prevenzione di malattie, diretto o indiretto che sia;
  • non vi siano diciture anche qui dirette o indirette che possano far pensare che una dieta equilibrata non sia sufficiente ad apportare la o le sostanze in questione;
  • manchino in etichetta le informazioni essenziali circa la natura delle sostanze utilizzate nel prodotto, la dose raccomandata giornaliera (e avvertenza a non eccederle), indicazione nel caso sia sostanza alimentare che non sostituisce la dieta variata, indicazione circa il tenere il prodotto lontano da bambini sotto i 3 anni di età, informazioni circa l’effetto nutritivo/fisiologico.

In particolare se si sta parlando di coadiuvanti per diete ipocaloriche (destinati ad un target vulnerabile) o mirati alla perdita di peso non è permesso nella pubblicità fare menzione di tempi di efficacia o quantità di chili persi. Deve sempre essere ben richiamata la necessità di seguire una dieta adeguata e di evitare stili di vita troppo sedentari. Quindi non va enfatizzato in sostanza il ruolo del coadiuvante.

La pubblicità della sostanza è una questione molto importante in quanto a seconda della situazione può assumere anche rilievo penale, come ad esempio nel caso in cui si mettano in rilievo proprietà simili a quelle di un farmaco. In tal caso infatti sarebbe come immettere sul mercato un farmaco non registrato.

Nel caso di botanicals o preparati vegetali è importante identificare correttamente la natura e l’origine della sostanza e perciò devono essere forniti anche il nome comune della pianta unitamente al nome botanico e la parte della pianta utilizzata.

QUALI CONTROLLI SU QUESTI PRODOTTI ?

Alimenti e HACCP - Integratori alimentari e controllo

La normativa è armonizzata a livello europeo (anche se non ancora completamente) e i provvedimenti europei si focalizzano principlamente su questi aspetti:

  • definizione di integratore alimentare
  • vitamine e minerali di cui è permesso l’uso negli integratori alimentari
  • elenco delle fonti di vitamine e minerali che possono essere utilizzate
  • livelli minimi di vitamine e o minerali
  • modalità di informazione al consumatore procedure di autorizzazione all’uso

Come primo punto la normativa europea definisce elenchi di vitamine e minerali e delle loro forme che possono essere utilizzati. Questo elenco vale anche per gli “alimenti addizionati di …” che però non rispondono alla stessa normativa degli integratori.

Per quanto riguarda i botanicals esiste una lista analoga che censisce le piante utilizzabili e le parti/preparazioni utilizzate. In realtà non esiste una vera e propria lista europea, viene attualmente utilizzata una sintesi della lista italiana che trovate qui e quella che è nata come progetto collaborativo di Belgio, Francia e Italia, la lista BELFRIT ( dal sito del Ministero aggiornata al 2018).

Vitamine e sali minerali sono però solo una parte delle sostanze impiegabili ad effetto nutritivo, vi sono anche amminoacidi, miscele di amminoacidi e varie sostanze di origine vegetale o animale, con relativi apporti massimali possibili se appropriato. Questo elenco è visibile qui (dal sito del MInistero aggiornato al 2018)

Vi sono poi degli obblighi ben precisi che integrano quelli della semplice produzione e commercializzazione degli alimenti per chi intenda distribuire un integratore (ad es. la notifica di prima commercializzazione).

Fondamentale infatti dal processo di notifica della commercializzazione che prevede di inviare al Ministero della Salute una copia dell’etichetta che si intenderà apporre al prodotto e una serie di produzione circa chi lo produce, dove e se viene commerciato in altri stati dell’Unione europea. Dal sito del Ministero: “Per effetto dell’articolo 10 del D.Lgs. 21 maggio 2004 n. 169 gli integratori alimentari, una volta conclusa favorevolmente la procedura di notifica, vengono inclusi con un codice di tipo alfanumerico in un Registro, che viene aggiornato mensilmente. E’ facoltà dell’impresa interessata citare gli estremi dell’inclusione nel Registro con un frase del tipo: “Prodotto incluso nel Registro degli integratori del Ministero della salute, codice….. “.

Il Ministero può richiedere a supporto della sicurezza e dell’uso dei prodotti della documentazione aggiuntiva che specifici gli effetti ad esso attribuiti o qualunque altro aspetto ritenuto necessario alla valutazione. Il Ministero ha inoltre la possibilità di dare delle prescrizioni sugli elementi in etichetta sia avvertenze da inserire che elementi da eliminare se ritiene che questi non favoriscano una corretta informazione al consumatore. Nei casi più estremi può anche non autorizzare la commercializzazione del prodotto.

questo link trovate il registro dove poter verificare la presenza o meno di un integratore.

Vista la grande diffusione nella popolazione di questo genere di sostanze è attivo dal 2002 sempre sul sito del Ministero della Salute è presente una modulistica specifica che serve a raccogliere le informazioni sulle reazioni avverse relative ad integratori alimentari, preparazioni galeniche a base di erbe e altri preparati a base di erbe non inclusi nei punti precedenti, altri preparati di origine naturale. Le segnalazioni possono essere effettuate da personale sanitario e anche da chiunque osservi una sospetta reazione avversa correlata con l’uso dei prodotti in questione e vanno inviate via fax al Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’ISS. La scheda per la segnalazione è scaricabile in formato PDF ed è disponibile anche sui siti www.epicentro.iss.it  e www.agenziafarmaco.gov.it.

I CONSIGLI PER UN USO CORRETTO

Nell’utilizzo di integratori è bene sempre considerare questi passaggi di buon senso:

  • Una dieta equilibrata e contenente un numero sufficiente vario di alimenti, così come raccomandato da tutti i nutrizionisti fornisce già tutte le sostanze nutritive richieste dal nostro organismoì. A maggior ragione la nostra dieta non è più sottoposta a scelte vincolanti: abbiamo accesso a una quantità di cibi impensabile originari anche di altre regioni del mondo e possiamo ricavarne i benefici.
  • E’ pericolosa inoltre la credenza che un integratore possa “sistemare” una nostra cattiva abitudine alimentare e contrastare gli effetti di nostri errori passati. Gli integratori non sono farmaci e non hanno effetto curativo, possono sicuramente fornire una marcia in più nella ricerca del benessere se siamo consapevoli dei loro limiti.
  • Il fatto che gli integratori non siano farmaci implica ovviamente che, nel caso lo stato di malessere che ci ha portato (spesso ahimè per autodiagnosi) ad utilizzarli permanga nel tempo, è necessario un intervento medico per chiarirne le ragioni. Inoltre non bisogna sottovalutare che non sono farmaci ma possono interferire con la loro azione e quindi nel caso vi siano patologie importanti o trattamenti farmacologici in corso è sempre essenziale riferirsi ad un medico per evitare possibili effetti indesiderati. In particolare sono da controllare soprattutto quelle situazioni in cui ci si trova ai limiti di un comportamento normale del corpo (per pressione arteriosa, livelli di colesterolo nel sangue ecc.)
  • Proprio perchè spesso frutto di autodiagnosi bisognerebbe evitare di assumerli per lunghi periodi senza controllo, questo per escludere possibili effetti di accumulo che potrebbero anche risultare tossici.
  • In caso di effetti indesiderati o comunque diversi da quelli attesi è bene sospendere immediatamente l’uso dell’integratore, come dicevamo non sono farmaci ma sono sostanze fisiologicamente attive che possono portare anche a cambiamenti collaterali all’effetto dovuto durante l’assunzione. Segnalare a medico o farmacista (che eventualmente potranno allertare il sistema di sorveglianza).
  • Come per qualsiasi sostanza si assuma è bene leggere con attenzione l’intero foglietto illustrativo per essere a conoscenza di eventuali modalità particolari di somministrazione o controindicazioni. Alcuni integratori possono essere per esempio ricavati da parti di alimenti o sostanze che possono creare problemi in soggetti allergici.
  • Evitare ragionamenti semplicistici del tipo “se ne ho preso le dosi indicate e mi ha fatto bene, allora prendendone di più starò ancora meglio”. Questo modo di pensare può portare ad accumulo di alcune di queste sostanze che potrebbero avere anche conseguenze negative per la salute.
  • Una dieta variata e bilanciata è un buon modo per far fronte anche alle necessità di attività più “esigenti” come per esempio quella sportiva che non richiede quindi necessariamente l’uso di integratori per bilanciare il carico metabolico.
  • Come in qualsiasi altra questione relativa all’acquisto di un prodotto o di un servizio, diffidiamo da tutte le facili promesse di effetti mirabolanti e proprietà miracolose che sono semplicemente mezzi del marketing (a volte perfino scorretti). Mi dispiace ma non ci sono integratori che pongano rimedio alla perdita dei capelli o all’infertilità!

Una piccola nota a margine sul discorso dell’utilizzo improprio degli integratori. Come fa notare Salvo Di Grazia, medico e noto divulgatore scientifico nel suo blog MedBunker“Qualcuno cerca di trovare sempre il lato positivo delle cose “in fondo male non fanno”, dice. In realtà non è così. Oltre a casi (anche letali) di avvelenamento per errori di dosaggio e confezionamento, questi prodotti sono stati accusati di un effetto molto subdolo: l’effetto airbag. Usare questi prodotti fa sentire falsamente protetti da molte malattie. Chi assume integratori che ufficialmente (ma non realmente) proteggono il cuore si sentirà erroneamente più al sicuro da problemi cardiaci e quindi rischia di avere comportamenti che invece aumentano il rischio di ammalarsi. Non a caso il consumo di integratori è più alto nei fumatori e in chi ha abitudini non sane. Il prezzo di questi prodotti è poi molto elevato e quindi, assieme all’utilità nulla e ai potenziali pericoli, c’è anche il danno economico.”

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